
L’ugali rovente
Ottobre 6, 2020
La notte è tetra a Nyumba Yetu
Ottobre 6, 2020Il primo giorno a Dar es Salaam sono andato un po’ in giro per la città. Avevo delle cose da fare, cambiare i soldi, comprare la sim, fare un po’ di spesa per l’indomani. Pertanto, arriva il taxi e mi porta prima in banca, poi al centro commerciale, lo Shopper Plaza, a un paio di chilometri da Sicily House.
Vado al supermercato per comprare qualcosa per il viaggio dell’indomani verso Iringa e naturalmente faccio una spesa da italiano, compro almeno il doppio delle cose che mi servono e gran parte sono beni voluttuari, assolutamente non indispensabili. Ma anche il pane, per dire, che qui vendono a cassetta, non ne compro uno normale ma quello con i semi di girasole; un paio di scatole di biscotti e una confezione da litro di succo di mela; due lattine (non una, due) di birra Kilimanjaro. Insomma, faccio una spesa da mzungu (bianco), dicevo. Infatti, dentro il supermarket, i neri sono contati: solo wazungu (bianchi) o indiani. Nel frattempo, mi raggiunge il dereva (l’autista), al quale benignamente regalo una Fanta e un muffin da una confezione da sei che avevo appena comprato.
Vabbè, usciamo dal locale e ci avviamo verso il taxi. Sono un po’ svagato, così, con la testa un po’ tra le nuvole, lieto per la spesa appena fatta, per cui mi accorgo sì del primo scalino che c’è da scendere ma non vedo il secondo, più basso, quello che porta al manto della strada. Quindi, prendendolo male, anzi non prendendolo affatto, mi scaravento sulla strada, lungo lungo, senza la minima possibilità di riprendere l’equilibrio. Niente, secco sulla strada. Fortuna vuole che non mi faccia molto male, niente tutto sommato, visto come era stata la caduta. Ho solo una rotula contusa e un’abrasione all’avambraccio destro.
Cerco di rialzarmi. Anzi, mi rialzo e un po’ mi viene da ridere per l’imbecillità del gesto atletico appena compiuto. Mi giro attorno a me e vedo una platea di sette-otto persone che mi guarda. Mi guardano tutti, chi preoccupato – come il masai dal gilet giallo di servizio –, chi attonito, chi divertito. Ma nessuno, dico nessuno, neanche un cane che si sia avvicinato per aiutarmi a tirarmi su o a chiedere come va. Neanche il dereva. E vabbè…
Alberto Todaro
Quando si è a Dar es Salaam bisogna fare attenzione ai gradini,
soprattutto quando si va al supermercato