La storia del Centro Nyumba Yetu

Il Centro Nyumba Yetu si trova nella regione di Iringa, nei pressi del villaggio di Lwang’a (Iringa Rural District). Nyumba Yetu (in swahili casa nostra) è il nome con cui i missionari agrigentini fidei donum presenti ad Isimani, hanno voluto battezzare il progetto per la realizzazione di una casa-famiglia che desse ospitalità a circa 50 bambini – abbandonati o rimasti orfani a causa dell’AIDS e spesso affetti dalla stessa malattia – nel villaggio di Lwang’a, nei pressi della stessa sede della Missione.
La raccolta fondi è stata avviata nel 2001, la costruzione è stata avviata nel 2003, nel 2008 il centro ha accolto i primi bambini e nel 2008 è stato ufficialmente inaugurato dal Presidente della Repubblica tanzaniana Jakaya Kikwete.
Dal 2008 l’amministrazione e la gestione delle attività sanitarie e logistiche del Centro è stata affidata sin dalla fondazione ad un laico italiano fidei donum, Augusto Sbaraglia, e a missionarie laiche dell’Associazione AMI di Faenza.
Nel 2012, conclusa l’esperienza di gemellaggio tra Diocesi, la cura pastorale dei 24 villaggi della Missione è tornata a sacerdoti della Diocesi di Iringa.

Diocesi di Iringa

Dal 2016 anche il Centro Nyumba Yetu è stato consegnato alla responsabilità della Diocesi di Iringa, il cui Vescovo ha delegato l’amministrazione ai fratelli della Congregazione locale SCIM (Servi Cordis Immaculati Mariae), mentre per l’aera sociosanitaria le missionarie e volontarie dell’A.L.M. Associazione Laicale Missionaria sono subentrate alle missionarie laiche dell’AMI, prestando servizio dal 2012 al 2018.
Per accompagnare questo passaggio l’Arcidiocesi di Agrigento ha inviato nel 2012 una volontaria laica, Lina Russo, oggi presidente di Nyumba Yetu Onlus, come referente della Diocesi di Agrigento e responsabile del piano di svincolo e di sostegno all’autonomia, che si è concluso a dicembre 2018. In questi anni, ha continuato a sostenere le opere di promozione umana e sociale attivate nel territorio, attraverso la Delegazione Diocesana per la Missione in Tanzania e l’associazione Nyumba Yetu Onlus, costituita nel 2007 da un gruppo di volontari della Delegazione che si sono impegnati a dare continuità alla relazione con la Parrocchia di Isimani anche al temine della esperienza di gemellaggio diocesano.
Oltre al sostegno al Centro, l’Associazione ha curato negli anni anche quattro progetti di medicina umanitaria, grazie ai quali altrettanti bambini gravemente malati sono stati operati in Italia.
Altri progetti realizzati sono stati un progetto di rifacimento e prolungamento dell’acquedotto, la costruzione di un impianto fotovoltaico per l’autonomia energetica del Centro e del Dispensario, l’istallazione di vasche di raccolta dell’acqua per sopperire alle carenze dell’acquedotto, la realizzazione di un piccolo allevamento di animali (mucche, conigli, polli, maiali, anatre) e di orti a sostegno del consumo alimentare.

I Presidenti di Nyumba Yetu Onlus

dal 2007 ad oggi sono stati: p. Luigi Mazzocchio, Vicky Lipari, Francesco Piscopo e, dal suo rientro dalla Tanzania nel 2018, Lina Russo.
Dal gennaio 2019, in continuità con il passato e dunque sempre nello spirito di sostegno all’autonomia, la relazione di collaborazione con la Parrocchia di Isimani per la gestione del Centro Nyumba Yetu e del progetto del sostegno a distanza è stata assunta dall’associazione Nyumba Yetu Onlus.
Da gennaio 2019 il Centro è gestito unicamente dai Fratelli SCIM, sotto la supervisione della diocesi di Iringa nella persona del parroco della parrocchia di Isimani, P. Leonard Maliva; gli stessi sono in contatto costante con il Presidente e con i membri del Comitato Direttivo dell’associazione per il monitoraggio dei progetti in corso all’interno e all’esterno del Centro Nyumba Yetu.

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Lina Russo con i bambini del Centro NY

Il territorio

Il vostro aiuto per la crescita del villaggio

Fino a pochi anni fa la maggior parte della popolazione dei 24 di villaggi facenti capo alla Missione viveva in capanne di fango e paglia, prive di luce ed acqua, ed era dedita esclusivamente alla coltivazione del granoturco, per molti unico alimento quotidiano. Da qualche tempo ha invece cominciato a costruire le case con i mattoni e a coprirle con la lamiera e la popolazione sta integrando l’agricoltura da sussistenza con altre piccole attività commerciali ed artigianali.
Tra i villaggi della zona non esistono ancora strade asfaltate, per cui la gente è costretta a percorrere, a piedi, lunghi tratti di sentieri battuti per soddisfare ogni tipo di necessità: procurarsi un po’ d’acqua, raggiungere il più vicino mercato o recarsi al dispensario sanitario.
Dal 2015 la strada che collega Iringa (capoluogo di provincia) alla capitale governativa Dodoma che attraversa il territorio della Parrocchia, è stata asfaltata, per cui è diventato più semplice raggiungere la città.
Dal 2017 si è iniziato ad asfaltare la strada che dalla statale (villaggio di Lugolola) passa dalla missione e prosegue attraverso vari villaggi per collegarsi nuovamente alla statale (villaggio di Kisinga), permettendo ai piccoli bus locali di raggiungere zone prima isolate e migliorando le comunicazioni tra villaggi lungo la strada e il capoluogo.

Le condizioni igienico-sanitarie

Le precarie condizioni igienico-sanitarie e l’insufficiente alimentazione, dovuta anche ai frequenti periodi di siccità, rendono la popolazione di Isimani particolarmente soggetta alle più gravi malattie tipiche dell’Africa tropicale (principalmente malaria e sieroprevalenza per infezione da HIV, che solo in Tanzania è stimata intorno al 40%.).
L’organizzazione e gli interventi dello Stato sono molto limitati. Le scuole pubbliche si costruiscono attraverso i fondi raccolti sul posto, tassando le già disagiate famiglie, e con l’aiuto delle missioni.

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Il villaggio di Lwang’a

La Missione: le origini

Dal 1973 al 2012, per quarant’anni, la Missione è stata affidata alle cure pastorali di sacerdoti fidei donum provenienti dalla Arcidiocesi di Agrigento.

I primi contatti tra la diocesi di Agrigento e quella di Iringa, in particolar modo con i Padri della Consolata, furono avviati da Mons. Giuseppe Burgio che a pieno titolo può essere definito il promotore della parrocchia in Tanzania, fondata nel 1966. In seguito, tra i vescovi di Agrigento (Mons. Giuseppe Petralia) e di Iringa (Mons. Mario Mgulunde) venne stipulata una convenzione.

I primi due sacerdoti agrigentini in partenza

I primi due sacerdoti agrigentini in partenza per la missione furono Don Saverio Catanzaro e Don Saverio Taffari. La consegna del Crocifisso, datata 4 novembre 1972, è avvenuta nella chiesa di San Domenico in Agrigento per le mani di sua eminenza il Card. Angelo Rossi, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Il Papa si rese presente con un telegramma. Il Vescovo di Iringa accolse i due missionari con grande affabilità e con senso di gratitudine e scrisse così a Mons. Giuseppe Petralia:
“Ecc. Rev.ma, con grande gioia ho accolto i padri Saverio Catanzaro e Saverio Taffari da Lei mandati come espressione missionaria della sorella Chiesa Agrigentina e della fraterna collaborazione delle nostre due Chiese locali… Vogliamo sperare che questo invio di missionari, estendendosi anche alle Religiose e ai Laici, sia più frequente e più generoso dell’aiuto materiale di cui i vostri due missionari mi hanno parlato e per il quale ringrazio i Suoi rev.mi Sacerdoti, le Comunità Religiose e i fedeli”.

1976, Mons. Giuseppe Petralia visita la missione

Dal 12 luglio al 5 agosto del 1976, in occasione del decennale della fondazione della parrocchia di Isimani, Mons. Giuseppe Petralia visita la missione, dove da tre anni operano i due sacerdoti agrigentini. Constata con viva soddisfazione i frutti crescenti del lavoro svolto dai due missionari, che hanno costruito chiese, dispensari, scuole, impianti per la macinazione del mais (alimento base per la popolazione) e per il filtraggio delle acque del fiume, insegnano le norme per la pulizia e l’igiene, promuovono l’agricoltura e il giardinaggio, intervengono nei casi frequenti ed estremamente pietosi di denutrizione, di fame e di malattia; sono considerati consiglieri e pacieri ascoltati e riveriti molto più dello stregone, che esercita ancora un forte prestigio sui pagani come “sacerdote, guaritore e mago”. Ma soprattutto i due missionari, coadiuvati dai numerosi catechisti della parrocchia, si dedicano alla predicazione del vangelo e alla catechesi.

Don Angelo Burgio

Intanto, ai due primi missionari se ne aggiunge un terzo: don Angelo Burgio che, il 3 novembre 1979, nella concattedrale di S. Domenico in Agrigento, in occasione del XV anno di consacrazione episcopale di Mons. Petralia, riceve il Crocifisso e il Vangelo.
Nel novembre del 1980, Mons. Luigi Bommarito, nuovo vescovo di Agrigento, si reca a Isimani in visita pastorale. La visita segnò il ritorno in diocesi di Don Saverio Taffari.
Nel 1981 ai missionari di Isimani si aggiunge Don Filippo Mammano, sacerdote della diocesi di Nicosia. Vi rimarrà per alcuni anni (fino al 1990), prima di andare come parroco in un’altra missione (Ilula) con la quale la sua diocesi ha deciso di gemellarsi. Nel novembre dello stesso anno un altro sacerdote agrigentino raggiunge Isimani: Don Ignazio Giunta che vi rimarrà fino al mese di agosto 1987.

Consacrazione  della nuova chiesa parrocchiale d’Isimani

Il I° agosto 1982 è un’altra data importante: Mons. Mario Mgulunde consacra la nuova chiesa parrocchiale d’Isimani. La costruzione è stata resa possibile grazie all’opera indefessa dei nostri missionari, in particolar modo per la tenacia e il dinamismo di Don Saverio Catanzaro. In una lettera scritta dai missionari e indirizzata ai fedeli di Agrigento, si legge: “Se si è riusciti a completare questa grande costruzione è stato per il rilevante aiuto che ci è giunto da tutti voi, per cui sorge spontaneo un sentimento di gratitudine per tutti voi con la preghiera al Signore che vi ricambi con tanti doni spirituali e materiali ogni giorno della vostra vita“.

I seminaristi tanzaniani

Intanto, nella mente del Vescovo Mons. Bommarito si fa strada l’idea di accettare nel nostro seminario agrigentino seminaristi tanzaniani, idea che si concretizza positivamente con l’arrivo in diocesi nel 1984 dei seminaristi Peter Wissa e Liberatus Mwenda. Quest’ultimo, in ossequio allo scambio di sacerdoti tra chiese sorelle, rimarrà nella nostra diocesi di Agrigento per alcuni anni come parroco della chiesa di Santo Spirito in Canicattì. Intanto, nell’agosto del 1990 arrivano dalla Tanzania altri due studenti: Leonard Maliva, attuale parroco della parrocchia di Isimani a partire dal 2015, e Luciano Mpoma. Luciano proviene dalla nostra parrocchia di Isimani, che ha già avuto la gioia di aver visto consacrare come primo sacerdote uno dei suoi figli: Alfons Mayemba (1987). La seconda ordinazione sarà quella di Ferdinand Fihoma (29 giugno 1994) e la terza quella dello stesso Luciano e di Leonard Maliva (26 luglio 1995). Dopo l’ordinazione, Luciano proseguirà gli studi di teologia presso l’Istituto Teologico S. Paolo di Catania e, pastoralmente, servirà ancora la chiesa agrigentina nella comunità ecclesiale di Canicattì.

L’invio di sacerdoti Fidei Donum continua con la partenza di Don Paolo Ferrante. La consegna del Crocifisso e del vangelo avviene nella cattedrale di Agrigento durante il conferimento del presbiterato ai diaconi Giuseppe Anello, Salvatore Castronovo, Nazareno Ciotta e Giovanni Lillo Sardella. Don Paolo servirà la chiesa di Iringa quasi quattro anni. Suoi sono molti dei dipinti realizzati nelle chiese dei villaggi di Isimani.

Nel mese di gennaio 1997, il vescovo di Iringa invia a Isimani un sacerdote locale, in qualità di vice parroco, per aiutare Don Angelo Burgio rimasto solo a seguire pastoralmente la parrocchia: è Padre Emanuel Myuki. Le sue condizioni di salute fisica non sono buone (ha avuto più di 10 interventi chirurgici!) e fa continuamente la spola tra Isimani e l’ospedale, compreso quello di Nairobi. Morirà il 1° novembre 1997 per un tumore al fegato.

Ancora una volta don Angelo rimane solo. La Provvidenza, dopo non molto, gli metterà accanto Don Luigi Mazzocchio della nostra diocesi agrigentina. Partito dall’Italia il 30 gennaio 1999, ha servito la parrocchia di Isimani fino al suo rientro in Italia nel 2004. Da quella data a gestire la parrocchia di Isimani è rimasto Don Angelo Burgio affiancato dai viceparroci africani P. Benjamin, P. Ombeni, P. Vitalis e P. Herman, che si sono alternati in questi anni; Don Angelo ha terminato il suo mandato come parroco di Isimani il 25 dicembre del 2013.

Il saluto di Padre Luigi Mazzocchio

Il 30 Dicembre 2013, alla presenza di una delegazione della Diocesi di Agrigento formata da Don Luigi Mazzocchio, Don Dario Morreale e dal Seminarista Marco Farruggia, la Diocesi di Agrigento ha consegnato la parrocchia nelle mani della diocesi di Iringa, che ha nominato il nuovo parroco P. Alois Mdemu (vicario generale della Diocesi di Iringa). Così salutava Padre Luigi Mazzocchio, Direttore dell’Ufficio Missionario delegato dell’Arcidiocesi di Agrigento, in quella occasione:
“A nome del Vescovo Francesco e di tutta la Diocesi di Agrigento, ringrazio Dio per tutto quello che ci ha donato affinché servissimo in questa terra credenti e non, cattolici, protestanti, musulmani e animisti. Ringrazio il Vescovo Tarcisio, il nuovo Parroco di Isimani P. Alois, il suo vicario P. Herman, Mintonia, Clementina, Emerenziana, Cecilia delle ALM e tutti i parrocchiani con cui abbiamo cercato il compimento della volontà di Dio. Ringrazio in modo particolare P. Angelo Burgio per il suo servizio instancabile offerto per 33 anni al popolo di Isimani, che, come Cristo, è stato sigillato dal suo sangue versato anche fisicamente su questa terra benedetta da Dio: una terra che tanto ha ricevuto quanto più ha dato alla nostra Diocesi. Continueremo a pregare per voi affinché siate sempre più graditi al Signore e possiate sviluppare ancor di più ciò che noi abbiamo realizzato, certi di aver fatto solo il nostro dovere come inutili servi di Gesù. Grazie. Dio vi benedica e vi protegga sempre.”

I sacerdoti agrigentini impegnati come Fidei Donum nella parrocchia di Isimani sono stati:
• P. Saverio Catanzaro (1973-1982)
• P. Saverio Taffari (1973-1980)
• P. Angelo Burgio (1979-2012)
• P. Filippo Mammano, della diocesi di Nicosia (1981-1990)
• P. Ignazio Giunta (1981-1987)
• P. Paolo Ferrante (1990-1994)
• P. Luigi Mazzocchio (1999-2004).

I frutti spirituali e materiali

In questi 39 anni di servizio pastorale, sono stati raccolti copiosi frutti spirituali e materiali: più di 15.000 battezzati, 5 sacerdoti, 3 religiosi, 18 religiose, comunità di base nei 22 villaggi. Tante le Celebrazioni liturgico- sacramentali e le opere di carità, come intensa è stata la formazione catechistica e spirituale. Sono state costruite: 16 chiese , 2 dispensari sanitari, 1 scuola secondaria, 1 primaria, 3 asili, 1 scuola di falegnameria, 2 scuole di sartoria, 3 mulini, 1 officina di fabbro ferraio, 1 ostello per gli studenti, un Centro culturale dotato di biblioteca, sala computer e laboratorio musicale e infine la Casa di accoglienza Nyumba Yetu per bambini sieropositivi o orfani dell’Aids.

La Diocesi di Agrigento ha accolto in Italia Sacerdoti, Seminaristi e Suore Teresine, ha collaborato con Associazioni laicali missionarie come le ALM e le AMI per opere di apostolato e di promozione sociale, ha inviato numerosi volontari tra i quali il cav. Zambuto ed il cav. Francesco Piscopo (che in questi 39 anni hanno rivestito il ruolo di amministratori della missione di Isimani), Giovanna Gelardi, Ivano Indelicato di Agrigento, Lillo Gugliotta di Montevago, Augusto Sbaraglia di Roma, Maria Barbini di Venezia, Lina Russo, Selene Cimò, Roberta Zarbo e Alessandra Errore di Agrigento.
Il progetto sostegno a distanza, avviato nel 1994 e ancora attivo, è stato coordinato nel corso degli anni da Roberta Di Rosa, Vicky Lipari e Mimmo Gambino, e ha sostenuto circa 3000 famiglie, 2000 bambini, 900 studenti superiori, 100 seminaristi.

La raccolta fondi in Italia

Le attività di sensibilizzazione e raccolta fondi in Italia nel corso dei decenni hanno visto la partecipazione di un folto gruppo di volontari laici, che con la generosità di tanti benefattori, hanno provveduto all’invio di molti containers e sostenuto la Missione nelle opere da realizzare.
Tra i laici missionari presenti a Isimani sicuramente un posto di riguardo hanno le volontarie delle ALM, che dal 1978 al 2012 sono state presenti a Usolanga – uno dei villaggi della parrocchia di Isimani – operando egregiamente nel campo sanitario, in quello educativo, sociale e pastorale.

Ad Usolanga le ALM hanno tenuto uno storico corso di taglio e cucito, integrato da altre materie quali la matematica, l’inglese, lo swahili, l’igiene, per favorire la promozione sociale della donna. Hanno avviato un dispensario, che per rispondere ai bisogni sanitari della popolazione in una zona isolata è pian piano diventato una sorta di ospedaletto che dispone di un ambulatorio, di una sala parto, di un laboratorio delle analisi e quattro stanze per degenza e per l’assistenza alla maternità. A poco a poco l’idea della clinica sembra trovare consensi e le donne vi si recano in numero sempre maggiore. Lì hanno l’opportunità di curarsi e di seguire corsi di educazione sanitaria ai fini di prevenzione. Molte vi partoriscono, anche se, per una legge governativa, per il primo parto e dal quinto in poi bisogna andare presso l’ospedale di Iringa, città che dista da Usolanga 70 km circa. Per molti anni, perr i casi più gravi sono state sempre le ALM ad accompagnare le partorienti in città usando una “Land Rover-Ambulanza” ricevuta in omaggio dall’associazione ALMA (Associazione Laici Missionari Agrigentini).

Nell’ambito educativo, ricordiamo la realizzazione di un asilo, di una scuola elementare e da pochi anni una scuola secondaria. Nell’impegno sociale le ALM si sono distinte anche per la realizzazione di due mulini nei villaggi di Usolanga e di Makadupa e di un frantoio per l’estrazione dell’olio dai semi di girasole.

Numerose le Associate e le Volontarie ALM che hanno prestato la loro opera missionaria a Usolanga con diverse mansioni: Maria Ausilia Testa, Nives Labinaz, Maria Salis, Clementina Iezzi, Mintonia Demuru, Rita Gallo, Agnese Valente, Socorro de La Cruz, Angela Guglielmi, Angela Conventini, Emanuela Verderosa, Cosima Stano, Franca Zuliani, Chiara Serra, Giuseppina Russo e Teresina Kipinga, la prima a salire in cielo (30-11-1995).

I volontari laici

Insieme a questi non possiamo dimenticare i volontari laici che si sono occupati della gestione di Nyumba Yetu: Augusto Sbaraglia, amministratore della casa che ha terminato il suo mandato a dicembre 2012, le missionarie Angela e Sheela e la volontaria Luciana, tutte delle AMI, che dall’apertura al febbraio 2012 hanno gestito l’aspetto logistico e sanitario della casa.
Come pure le missionaria delle ALM Clementina Iezzi e Mintonia Demuru, che si sono alternate nella resonsabilità dell’area sanitaria e alle volontarie Cecilia Barsena e Elena Estrada, che si sono occupate della logistica, insieme alla volontaria referente per la casa della Diocesi di Agrigento Lina Russo.

Grazie alla Missione – e, soprattutto, alla generosità ed all’impegno della gente che negli anni l’ha sostenuta – esistono oggi ad Isimani, varie strutture a servizio della comunità: la scuola di falegnameria, quella di taglio e cucito, l’ostello per le studentesse della scuola secondaria, il dispensario sanitario, l’officina del fabbro, l’asilo, il mulino, l’allevamento di maiali. Il costante collegamento con i missionari presenti ad Isimani ha consentito il continuo aggiornamento delle informazioni sui bisogni e le priorità del momento ed una più razionale pianificazione dei progetti e delle iniziative.

Dal gennaio 2013, la cura pastorale della Missione di Isimani, insieme alle strutture collegate alla parrocchia (scuole e varie attività produttive), è stata restituita al clero e alla comunità locale.
I volontari della Delegazione diocesana per la missione Agrigentina di Isimani hanno continuato la loro opera di volontariato anche dopo la consegna della parrocchia di Isimani al clero locale, portando avanti il piano di svincolo concordato con la Diocesi di Agrigento e si sono costituiti in associazione per portare avanti, sotto forma diversa, progetti di sostegno, promozione umana e sociale, alla popolazione di Isimani.

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Don Angelo Burgio con alcuni bambini del Centro NY
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